La vita – in ogni sua fase ed età – implica e comprende il cambiamento. E cambiare significa perdere e lasciare qualcosa per acquistare qualcos’altro. Ma questo processo è tutt’altro che scontato e spontaneo: il seme, per rinascere piantina, deve prima spezzarsi e morire nelle profondità buie e umide della terra.
Il lutto più grande consiste nel perdere una persona che amiamo; e si può rinascere solamente attraversando varie fasi dolorose, senza sfuggire alla fatica del percorrerle. Ma ogni cambiamento – perfino positivo – porta con se un lutto, e quindi delle emozioni e dei vissuti non facili da accettare e rielaborare.
La crisi è la rottura di un precedente equilibrio interiore, magari faticosamente costruito, l’uscita da una terra conosciuta e sicura. Per ritrovare un nuovo equilibrio dobbiamo avere il coraggio di attraversare questo territorio desertico, e tollerare di restare per un po’ in questa “terra di mezzo” che è la crisi. Durante il cammino può sembrare di essere dentro un tunnel buio che non termina mai, di cui non vediamo l’uscita. Eppure la crisi non è una realtà solo negativa: da essa possiamo rinascere più liberi; questo implica un lavoro su se stessi in cui possiamo non essere da soli, in cui possiamo essere accompagnati.